Google AI Overview: cos’è e come sfruttarlo al meglio per la tua SEO

Come ogni buona collaborazione, tutto inizia spesso davanti a un caffè. È quel momento in cui si gettano le basi, si condividono idee e si definisce un percorso. Oggi, il nostro caffè lo prendiamo parlando di una delle più grandi scosse che il mondo della ricerca Google abbia subito negli ultimi anni: l’arrivo di Google AI Overview anche in Italia.

Per chi lavora nel digitale, e in particolare nella SEO, questo non è un semplice aggiornamento. È un cambiamento di paradigma che ci costringe a rimescolare le carte, a ripulire il tavolo da strategie obsolete (un po’ come un bravo spazzino, che butta via il superfluo) e a trovare la cura giusta per mantenere e far crescere la visibilità online dei nostri clienti.

In questa guida approfondita, vedremo non solo cos’è AI Overview, ma analizzeremo senza filtri il suo impatto, i rischi concreti per il traffico organico e, soprattutto, le strategie operative per trasformare questa sfida in un’opportunità.

Cos’è Google AI Overview e come funziona?

Google AI Overview è una funzionalità che integra risposte generate dall’intelligenza artificiale direttamente nella parte superiore della pagina dei risultati di ricerca (SERP). Invece di presentare solo la classica lista di 10 link blu, Google ora fornisce un riassunto discorsivo, creato dal suo modello di IA Gemini, che mira a rispondere direttamente alla domanda dell’utente.

A partire da Marzo del 2025, questa funzionalità di Google è stata attivata anche in Italia dopo un primo periodo di prova negli Stati Uniti (Fonte: Blog di Google). Questi riassunti (o “panoramiche”), sono costruiti aggregando informazioni da diverse fonti presenti sul web. Alla fine del box generato dall’IA, compaiono i link alle pagine da cui sono state tratte le informazioni, ma la promessa per l’utente è chiara: ottenere una risposta immediata e completa senza dover necessariamente cliccare su alcun sito.

Se da un lato l’intento è migliorare l’esperienza utente rendendola più conversazionale e immediata, dall’altro lato per publisher, creator e aziende si è accesa una spia rossa lampeggiante: quella della “zero-click search”.

L’Impatto sul traffico: il dramma delle query informative

Parliamoci chiaro: se un utente ottiene la risposta che cerca direttamente nella SERP, perché dovrebbe cliccare sul tuo articolo? È questa la domanda che sta togliendo il sonno a molti SEO e content manager. L’impatto di AI Overview è particolarmente pesante sulle query informative, ovvero tutte quelle ricerche che iniziano con “cosa”, “come”, “perché”.

Studi di settore, come quelli riportati da Search Engine Journal, indicano che le AI Overview appaiono in una percentuale molto alta di query mirate a risolvere un problema. Questo significa che per gli articoli di blog, le guide e i contenuti “how-to”, la minaccia di perdere una fetta consistente di traffico è reale e tangibile. Si stima che l’impatto stia erodendo in modo significativo il Click-Through Rate (CTR) delle posizioni organiche tradizionali, anche di quelle che occupano il primo posto.

Questo fenomeno, noto come zero-click SEO, non è nuovo, ma con AI Overview sta raggiungendo una scala mai vista prima, mettendo a rischio i modelli di business basati sulla monetizzazione del traffico organico.

Non solo rischi: le opportunità nascoste nelle query commerciali

Prima di cestinare tutte le strategie SEO e cedere al panico, è fondamentale analizzare il quadro completo. Se le query informative sono a rischio, quelle commerciali e transazionali aprono scenari interessanti. Quando un utente cerca “le migliori scarpe da trekking” o “recensione smartphone XYZ”, l’AI Overview tende a non dare una risposta secca, ma a presentare prodotti, brand e link a e-commerce e siti di recensioni.

È qui che si nasconde l’opportunità. Essere la fonte citata all’interno di un’AI Overview per una query commerciale può portare un traffico estremamente qualificato, forse inferiore in quantità, ma superiore in qualità. L’utente che clicca da un box di questo tipo è già in una fase avanzata del suo percorso d’acquisto.

L’obiettivo, quindi, non è più solo “essere primi su Google”, ma “diventare una fonte autorevole per AI Overview” nelle ricerche che contano per il business.

Ricalibrare i KPI: come leggere i dati nell’era di AI Overview

Un cambiamento così epocale incide, inevitabilmente, anche sui KPI: le metriche che usiamo per misurare il successo o il fallimento di un’attività digitale.

Mentre in passato un aumento delle impressions (il numero di volte che un sito compare nei risultati di ricerca) portava quasi sempre a un aumento dei clicks, oggi assistiamo a quello che molti SEO chiamano il “Great Divide“. È un’inversione di tendenza netta: confrontando i dati attuali con lo storico, molti siti con contenuti informativi ben posizionati registrano un incremento delle impressions (un dato positivo), ma una contemporanea diminuzione dei click, assorbiti proprio dalle risposte fornite da AI Overview.

In questo contesto così incerto e “ballerino”, è fondamentale non fermarsi al dato aggregato e grezzo, ma scavare più a fondo con analisi mirate. Ad esempio, è cruciale:

  • Controllare il numero di pagine indicizzate per intercettare problemi tecnici, come contenuti duplicati o a scarso valore, che possono danneggiare l’autorevolezza generale del sito.
  • Monitorare l’andamento specifico delle pagine commerciali per isolarne la performance.
  • Analizzare la posizione media delle keyword, distinguendo tra informative e commerciali.

Come ottimizzare i contenuti per Google AI Overview: guida pratica

Adattarsi è l’unica via. Ignorare AI Overview significa diventare progressivamente invisibili. Ecco una checklist di azioni concrete per ottimizzare i tuoi contenuti e il tuo sito per questa nuova realtà.

1. Diventa la fonte, non solo il riassunto

Il mantra è sempre lo stesso, e Google stesso lo ha confermato: non serve una nuova “AI Optimization”. Ciò che conta, oggi più che mai, è l’E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness). Google si fiderà di te per costruire i suoi riassunti solo se ti considera una fonte affidabile.

  • Scrivi in modo chiaro e fattuale: Rispondi alle domande in modo diretto. Usa dati, fonti e cita esperti.
  • Mostra la tua esperienza: Includi case study, risultati, biografie degli autori e tutto ciò che dimostra che dietro al contenuto ci sono persone competenti.

2. La struttura è la regina

Bill Gates nel 1996 diceva “Content is King”. Oggi noi invece diciamo “La struttura è regina”. Perché? Semplice, un contenuto ben strutturato è più facile da interpretare per un’intelligenza artificiale ma anche per gli umani.

  • Usa H2 e H3 in modo logico: Suddividi l’articolo in sezioni chiare che rispondono a domande specifiche.
  • Sfrutta elenchi puntati e numerati: Sono perfetti per essere inclusi nei riassunti.
  • Crea tabelle comparative: Ideali per query di confronto (“prodotto A vs prodotto B”).
  • Assicurati che la base tecnica del sito sia impeccabile. Parametri come i Core Web Vitals sono fondamentali per garantire che Google (e gli utenti!) possa accedere e valutare i tuoi contenuti senza perdere tempo.

3. Parla la lingua dei bot con i dati strutturati

Lo Schema Markup e i dati strutturati sono il modo più efficace per “spiegare” a Google di cosa parla il tuo contenuto. Implementa schemi specifici come FAQPage, HowTo, Product, Review per fornire un contesto inequivocabile. Questo aumenta drasticamente la probabilità che le tue informazioni vengano usate correttamente all’interno di un’AI Overview.

4. Punta alle query complesse e alla coda lunga

Mentre AI Overview è efficace nel rispondere a domande semplici, mostra i suoi limiti su argomenti complessi e sfaccettati. È qui che puoi trovare il tuo spazio.

  • Crea contenuti approfonditi: Non limitarti a rispondere a “cos’è X”. Spiega come funziona, perché è importante, quali sono le alternative e come si integra con Y e Z.
  • Sfrutta le parole chiave a coda lunga: Le Long tail keywords sono per loro natura più specifiche e spesso richiedono una profondità di analisi che un’IA non può riassumere in poche righe, spingendo l’utente a cliccare per approfondire.

5. Ottimizzazione tecnica: non dimenticare le basi

Nessuna strategia di contenuto può funzionare se il sito non è tecnicamente performante. Google deve essere in grado di scansionare e indicizzare le tue pagine in modo efficiente. Prestare attenzione al Crawl Budget è essenziale, specialmente per siti di grandi dimensioni. Assicurati che Google non sprechi risorse su pagine inutili e possa concentrarsi sui tuoi contenuti di valore. E non dimenticare, per finire, di ottimizzare i sempreverde della SEO tecnica, i metadati!

Oltre l’ottimizzazione: costruire un brand a prova di AI

La vera strategia a lungo termine per sopravvivere e prosperare nell’era dell’IA non è solo tecnica, ma di brand. L’obiettivo finale è fare in modo che gli utenti non cerchino più solo “la risposta”, ma cerchino “la tua risposta”.

  • Costruisci una community: Usa newsletter, canali social e gruppi per creare un rapporto diretto con il tuo pubblico, indipendente dagli algoritmi di Google.
  • Incentiva la ricerca brandizzata: Fai in modo che il tuo nome diventi sinonimo di affidabilità nel tuo settore. Una “brand search” porta a un clic diretto, bypassando qualsiasi AI Overview.
  • Differenziati con uno stile unico: Il tono di voce, le grafiche, il modo in cui presenti le informazioni. L’IA può riassumere i fatti, ma non può replicare la tua personalità.

Conclusione: Da minaccia a leva strategica

Google AI Overview è qui per restare e cambierà le regole del gioco. Possiamo vederlo come un muro che blocca il traffico o come un nuovo, potente canale da sfruttare. La chiave, come sempre, sta nella capacità di adattamento.

Concentrandosi sulla qualità, sulla struttura, sulla profondità dei contenuti e sulla costruzione di un brand solido, è possibile non solo mitigare i rischi, ma anche posizionarsi per intercettare un traffico più qualificato e motivato. È una sfida che richiede cooperazione tra tecnica e contenuto, analisi e creatività. Ed è esattamente il tipo di percorso che, partendo da un’analisi chiara, porta a risultati concreti e duraturi.

Classe 1996, nato con la passione per l’informatica e cresciuto con la curiosità per le nuove tecnologie, mi sono laureato in Comunicazione pubblica e d’impresa. Dal 2021 lavoro in Big Digital e mi occupo dello sviluppo di siti in WordPress e della strategia SEO per i clienti dell’agenzia.